Fotografia: scrivere con la luce

Ciao e bentornati!
Oggi vi parlerò del "light painting", ovvero "scrivere con la luce". Ma prima facciamo un salto nel passato: vediamo la storia della fotografia.

Francia, 1826-1839
Il signor Nicephore Niepce è il primo a ritrarre la realtà, imprimendola su del materiale fotosensibile; questo lungo processo di otto ore, gli permise di ottenere una rudimentale rappresentazione della realtà, con l'impiego del bitume di Giudea come materiale fotosensibile alla luce. Pochi anni dopo, un importante personaggio francese, Daguerre viene a sapere delle scoperte di Niepce e lo contatta per collaborare e condividere le scoperte. Quando poi Niepce muore, Daguerre si dedica ad una sua invenzione, il dagherrotipo, con cui si possono ottenere fotografie su lastre di metallo.

Inghilterra, 1835
A partire dal 1835, il signor William Talbot crea dei "photogenic drawings", ovvero calchi di piante e fiori, prima negativi e poi positivi, dando vita cioè a una nuova tecnica per fotografare attraverso in seguito a una macchina di sua invenzione: il calotipo.

I termini "fotografia", "negativo" e "positivo" sono stati, però, coniati da un altro personaggio importante, John William Hershel.

Tornando al presente, parliamo del "light painting": al buio e in sala di posa, abbiamo scattato delle fotografie con un tempo di scatto di 20 secondi, durante cui ci siamo disposte secondo un disegno da noi ideato e con l'utilizzo di alcune torce e di alcune gelatine colorate abbiamo creato una scenetta.

Questo è ciò che abbiamo ottenuto io e le mie compagne MartinaDohaDemi.


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